La Benfo-ossitiamina si mostra promettente come radiosensibilizzante nel mCRPC
Questo articolo riassume un caso clinico pubblicato su Frontiers in Medicine che descrive il trattamento di un uomo di 79 anni con cancro alla prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC) refrattario al trattamento. Il paziente era progredito a tutte le terapie standard, inclusa la terapia con radioligandi 177Lu-PSMA (PRLT) e la TANDEM-PRLT, che combina 177Lu-PSMA e 225Ac-PSMA.
Il paziente è stato trattato con 177Lu-PRLT combinato con benfo-ossitiamina (B-OT), un nuovo analogo della tiamina che inibisce gli enzimi transchetolasi. Gli enzimi transchetolasi sono essenziali per la sintesi e la riparazione del DNA, rendendoli bersagli interessanti per la radiosensibilizzazione. La B-OT agisce come profarmaco, rilasciando ossitiamina (OT), che viene ulteriormente metabolizzata in ossitiamina pirofosfato. Questo metabolita inibisce gli enzimi dipendenti dalla tiamina pirofosfato, come le transchetolasi. Interferendo con la riparazione del DNA, si è ipotizzato che la B-OT aumentasse la sensibilità delle cellule tumorali alle radiazioni.
Il paziente ha ricevuto quattro cicli di 177Lu-PRLT con B-OT e ha tollerato bene il trattamento, non manifestando cambiamenti significativi nei risultati di laboratorio e riportando un miglioramento dei sintomi clinici. L’imaging dopo due cicli di B-OT-PRLT ha rivelato una regressione delle metastasi rispetto all’imaging eseguito prima della B-OT-PRLT. Inoltre, i livelli di PSA del paziente sono diminuiti sostanzialmente dopo un solo ciclo di B-OT-PRLT. Sorprendentemente, nonostante la significativa progressione della malattia osservata prima dell’inizio della B-OT-PRLT, il paziente è sopravvissuto per altri 12 mesi.
Questo caso clinico fornisce prove preliminari che suggeriscono che la combinazione di 177Lu-PRLT con B-OT potrebbe essere una strategia di trattamento sicura e potenzialmente efficace per i pazienti con mCRPC refrattario alle radiazioni. Il profilo di sicurezza positivo della B-OT, come dimostrato in uno studio clinico di Fase 1 che ha coinvolto volontari sani, supporta ulteriormente il suo potenziale per l’applicazione clinica. Sebbene questo rapporto si concentri su un singolo paziente, i risultati sono incoraggianti e giustificano ulteriori indagini. È previsto uno studio clinico di Fase 1b/2 per valutare la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia della B-OT come radiosensibilizzante in combinazione con varie terapie con radioligandi.
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