Riconversione di Farmaci Antipsicotici: Potenziali Nuovi Trattamenti contro il Cancro
I farmaci antipsicotici sono noti principalmente per il loro ruolo nel trattamento dei disturbi psicotici modulando i recettori della dopamina e della serotonina. Gli antipsicotici di prima generazione, come l’aloperidolo, inibiscono principalmente i recettori della dopamina D2, mentre i farmaci di seconda generazione come l’olanzapina e la quetiapina mirano sia alle vie della dopamina che della serotonina. Sebbene originariamente sviluppati per condizioni psichiatriche, questi farmaci hanno mostrato un potenziale inaspettato come agenti antitumorali in studi pre-clinici.
La ricerca ha scoperto vari meccanismi con cui gli antipsicotici possono influenzare le cellule tumorali. Ad esempio:
- L’Aloperidolo induce l’apoptosi (morte cellulare programmata), innesca l’autofagia e causa l’arresto del ciclo cellulare del cancro. Ha anche dimostrato un effetto sinergico se combinato con la temozolomide, un farmaco chemioterapico standard per il glioblastoma.
- La Trifluoperazina migliora la radiosensibilità nelle cellule di glioma e aumenta l’efficacia degli agenti chemioterapici.
- La Clorpromazina ha dimostrato di ridurre la crescita delle cellule tumorali e di indurre la morte cellulare in diversi tipi di cancro, tra cui glioma e leucemia.
- Anche il Penfluridolo e la tioridazina hanno mostrato promettenti proprietà antitumorali, con la tioridazina che ha persino avuto successo in uno studio clinico per la leucemia mieloide acuta.
Sono in fase di studio anche gli antipsicotici atipici. Olanzapina e quetiapina, ad esempio, hanno mostrato effetti sinergici con la temozolomide nel glioblastoma. Studi preliminari suggeriscono che anche altri antipsicotici di seconda generazione, come risperidone, aripiprazolo e clozapina, potrebbero avere benefici antitumorali.
Sebbene questi risultati siano incoraggianti, la riconversione degli antipsicotici per il trattamento del cancro non è priva di ostacoli. Molti di questi farmaci hanno effetti collaterali significativi, tra cui sedazione, aumento di peso e disturbi metabolici, che potrebbero essere particolarmente preoccupanti per i pazienti oncologici. Inoltre, nonostante le solide prove pre-cliniche, finora sono stati condotti solo pochi studi clinici di fase iniziale.
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