ASCO GU 2025: l’ADT Continua Rimane Superiore alla Terapia Intermittente nel Cancro alla Prostata Metastatico Ormono-Sensibile

Una recente analisi dello studio di Fase 3 S9346 ribadisce che la terapia di deprivazione androgenica continua (CAD) supera la ADT intermittente (IAD) nel cancro alla prostata metastatico ormono-sensibile (mHSPC), anche per i pazienti che ottengono una forte risposta del PSA dopo il trattamento iniziale.

Lo studio ha valutato 1.523 uomini con mHSPC che avevano un PSA ≤ 4,0 ng/mL dopo 7 mesi di ADT più bicalutamide. Sono stati classificati in due gruppi di risposta:

  • Responder completi (CR): PSA ≤ 0,2 ng/mL
  • Responder parziali (PR): PSA 0,3 – 4,0 ng/mL

Circa il 63% dei pazienti in entrambi i bracci IAD e CAD ha raggiunto la CR, mentre il 37% ha avuto una PR. La risposta completa del PSA è stata fortemente associata a una migliore sopravvivenza, con i pazienti CR che hanno avuto un rischio di morte inferiore del 43% rispetto ai pazienti PR (HR 0,57, p<0,0001).

Tuttavia, confrontando IAD vs. CAD, la terapia intermittente ha costantemente ottenuto risultati peggiori, indipendentemente dalla risposta del PSA o dall’estensione della malattia. In entrambi i gruppi CR e PR, l’IAD è stata associata a un rischio di morte superiore del 15% rispetto alla CAD (HR ~1,15). La malattia estesa ha ulteriormente peggiorato la sopravvivenza (HR 1,3).

Questi risultati confermano che l’ADT continua rimane l’approccio superiore, anche per i pazienti con risposte favorevoli del PSA, e sottolineano che le strategie di de-intensificazione come l’IAD non dovrebbero essere considerate ottimali per il trattamento del mHSPC.

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