Enzalutamide Potenzia il Controllo del PSA nel Cancro alla Prostata ad Alto Rischio: Approfondimenti dallo Studio EMBARK
Recenti scoperte da un’analisi post hoc dello studio di Fase 3 EMBARK, presentate al meeting annuale 2025 della Sezione Sud-Est dell’Associazione Urologica Americana (SESAUA), dimostrano il potenziale significativo di enzalutamide nel controllare i livelli di antigene prostatico specifico (PSA) tra i pazienti con cancro alla prostata biochimicamente ricorrente ad alto rischio.
Lo studio ha esaminato pazienti con un tempo di raddoppio del PSA di nove mesi o meno, indicativo di una progressione aggressiva della malattia dopo il trattamento definitivo. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a tre distinte strategie di trattamento: enzalutamide combinato con leuprolide, leuprolide da solo o enzalutamide da solo. I ricercatori hanno monitorato attentamente le dinamiche del PSA per valutare l’efficacia di questi trattamenti.
In particolare, entro la settimana 25, una sostanziale maggioranza di pazienti che ricevevano enzalutamide combinato con leuprolide (89%) o come monoterapia (82%) ha raggiunto livelli di PSA non rilevabili, superando significativamente quelli che ricevevano solo leuprolide (63%). Inoltre, la sospensione del trattamento alla settimana 37 a causa della soppressione riuscita del PSA si è verificata più frequentemente tra i pazienti trattati con enzalutamide, evidenziandone l’efficacia.
Dopo la sospensione del trattamento, a seguito di un successivo aumento del PSA che ha richiesto la ripresa del trattamento, enzalutamide ha continuato a dimostrare prestazioni superiori. Impressionantemente, il 96% dei pazienti in terapia combinata e il 90% in monoterapia sono tornati a livelli di PSA non rilevabili, rispetto a solo il 73% di quelli trattati esclusivamente con leuprolide.
Fondamentalmente, il raggiungimento di un PSA non rilevabile dopo la ripresa del trattamento è correlato a una migliore sopravvivenza libera da metastasi in tutti i gruppi, indipendentemente dal trattamento, rafforzando il significato clinico di un robusto controllo del PSA.
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