Fase 1 in Arruolamento: il Sylvester Cancer Center Lancia un Innovativo Studio Clinico per i Tumori Neuroendocrini di Alto Grado

Il Sylvester Comprehensive Cancer Center, parte della University of Miami Miller School of Medicine, ha aperto l’arruolamento per uno studio clinico rivoluzionario mirato a pazienti con tumori neuroendocrini (NET) di alto grado. Annunciato il 9 aprile 2025, questo studio introduce una nuova combinazione di immunoterapia e un virus oncolitico, offrendo nuova speranza per un cancro raro e aggressivo che ha a lungo sfidato progressi medici significativi.

I tumori neuroendocrini di alto grado derivano da cellule sparse in tutto il corpo, in grado di colpire organi come i polmoni, il tratto gastrointestinale, il tratto ginecologico e la prostata.

Circa un sesto dei NET è classificato come di alto grado, caratterizzato da una crescita rapida e una prognosi sfavorevole. La sopravvivenza varia in base alla localizzazione del tumore, ma la maggior parte dei pazienti soccombe entro uno o due anni.

Storicamente, le opzioni di trattamento per i NET di alto grado sono state limitate alla chemioterapia convenzionale, che spesso produce risultati deludenti a causa della resistenza del tumore e di gravi effetti collaterali. La rarità della malattia ha ulteriormente soffocato gli investimenti nella ricerca, lasciando i pazienti con poche alternative, fino ad ora.

Il nuovo studio combina due terapie all’avanguardia: inibitori del checkpoint e SVV-001, un virus oncolitico noto come Seneca Valley Virus. I pazienti riceveranno i farmaci immunoterapici nivolumab e ipilimumab, insieme a iniezioni dirette di SVV-001 nei loro tumori, con l’obiettivo di distruggere le cellule tumorali e innescare una robusta risposta immunitaria.

Gli inibitori del checkpoint hanno rivoluzionato il trattamento di tumori come il melanoma e il cancro del polmone bloccando le proteine che i tumori usano per eludere il sistema immunitario. Tuttavia, i NET di alto grado raramente rispondono a questi farmaci da soli e, quando lo fanno, solo una piccola parte dei pazienti ottiene benefici duraturi. La sfida è stata quella di rendere più tumori sensibili, o “caldi”, all’immunoterapia.

Il virus SVV-001 infetta selettivamente le cellule tumorali, risparmiando quelle sane. Una volta all’interno, si moltiplica e rompe le cellule, rilasciando il loro contenuto e allertando il sistema immunitario della presenza del cancro. Il virus si diffonde quindi ad altre cellule tumorali, perpetuando una reazione a catena di distruzione. Questo processo trasforma i tumori immunologicamente “freddi” in tumori “caldi”, preparandoli all’attacco da parte del sistema immunitario, che gli inibitori del checkpoint poi amplificano. Nivolumab e ipilimumab agiscono come “carburante sul fuoco”, intensificando l’assalto immunitario sui componenti tumorali esposti da SVV-001.

Studi preclinici condotti dal Dott. Chauhan e dal suo team hanno dimostrato il potenziale di questo approccio, con tumori che si riducono e mostrano risposte durature nei modelli di cancro.

La capacità del virus di trasformare il microambiente tumorale, combinata con il potere immuno-stimolante degli inibitori del checkpoint, offre una sinergia non raggiungibile con le terapie tradizionali. Ora, in questo studio di fase 1, circa 36 pazienti i cui tumori hanno resistito a trattamenti precedenti testeranno la sicurezza e l’efficacia preliminare della combinazione, con risultati confrontati con i dati storici dello standard di cura.
Una caratteristica unica dello studio è la sua attenzione a un biomarker chiamato TEM8, che si trova sulle cellule tumorali. SVV-001 si lega a TEM8, migliorando la sua capacità di mirare e infettare le cellule tumorali con precisione. Il test per questo biomarker potrebbe identificare i pazienti che hanno maggiori probabilità di beneficiare, rendendo la terapia una forma di immunoterapia mirata.

Fonte.

Studio clinico.

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