Lo Studio di Fase 1/2 della Nuova Terapia Radioliganda 177Lu-JH020002 Mostra Risultati Promettenti
Una nuova terapia radioliganda, 177Lu-JH020002, sta dimostrando risultati incoraggianti in uno studio clinico di fase 1/2 in corso. Questa terapia innovativa, progettata per colpire le cellule tumorali che esprimono l’antigene di membrana specifico della prostata (PSMA) con radiazioni di precisione, sta offrendo speranza ai pazienti con cancro alla prostata avanzato che hanno esaurito le opzioni di trattamento standard. I dati preliminari dello studio JH020002-01C rivelano un profilo di sicurezza favorevole e una robusta attività antitumorale, posizionando 177Lu-JH020002 come un potenziale punto di svolta nella lotta contro questa malattia aggressiva.
Lo studio JH020002-01C, uno studio multicentrico e in aperto (NCT06139575), sta valutando la sicurezza, la tollerabilità, la farmacocinetica, la dosimetria e l’efficacia preliminare di 177Lu-JH020002 in uomini con mCRPC che sono progrediti dopo almeno un inibitore della via del recettore degli androgeni (ARPI) e la chemioterapia. Al 22 gennaio 2025, a 12 pazienti pesantemente pre-trattati, la maggior parte con metastasi ossee (91,7%) e tutti trattati in precedenza con terapia ARPI, è stata somministrata una dose cumulativa mediana di 18,06 GBq in un massimo di sei cicli di 6 settimane.
I dati sulla sicurezza sono particolarmente incoraggianti. Non sono state segnalate tossicità limitanti la dose o eventi avversi gravi (grado 4/5) e la MTD non è stata raggiunta, suggerendo che 177Lu-JH020002 è ben tollerato anche in pazienti con una significativa esposizione a trattamenti precedenti. Gli effetti collaterali più comuni sono stati problemi ematologici da lievi a moderati, tra cui diminuzione della conta dei linfociti (91,7%), anemia (66,7%), diminuzione della conta piastrinica (50%) e diminuzione della conta dei globuli bianchi (16,7%).
I risultati di efficacia sono altrettanto promettenti. Tra 11 pazienti nelle coorti a dosi più elevate (≥3,70 GBq), il 63,6% ha sperimentato un significativo calo dell’antigene prostatico specifico (PSA) di almeno il 50%, con il 27,3% che ha raggiunto una notevole riduzione del PSA del 90% o superiore, un indicatore chiave dell’attività antitumorale.
Dei sette pazienti valutati utilizzando i criteri del Prostate Cancer Working Group 3 (PCWG3), nessuno ha mostrato progressione della malattia e tutti sono rimasti in follow-up del trattamento. Un paziente con malattia misurabile ha ottenuto una risposta parziale, sottolineando il potenziale della terapia nel controllare il cancro avanzato. Questi risultati sono particolarmente sorprendenti data l’ampia gamma di trattamenti precedenti della popolazione di pazienti, tra cui chemioterapia (50%), radio-223 (16,7%) e inibitori di PARP (33,3%).
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!