Risultati dello Studio di Fase 1 di JNJ-78278343 (pasritamig) nel mCRPC
Pasritamig (JNJ-78278343) sta emergendo come un potenziale nuovo trattamento per il cancro alla prostata metastatico resistente alla castrazione. Mirando alla callicreina 2 umana (KLK2), una proteina altamente espressa sulle cellule del cancro alla prostata ma minimamente nei tessuti sani, pasritamig si lega contemporaneamente ai recettori KLK2 e CD3 sulle cellule T per scatenare un potente attacco immunitario contro i tumori.
I primi risultati di uno studio di fase 1 first-in-human (NCT04898634) dimostrano che pasritamig è sicuro, ben tollerato ed esibisce un’attività antitumorale promettente, offrendo speranza ai pazienti con opzioni limitate.
Lo studio ha arruolato 174 uomini con mCRPC, con un’età mediana di 69 anni e una mediana di quattro terapie precedenti, inclusi inibitori della via del recettore degli androgeni (99,4%), chemioterapia con taxani (78,2%) e lutezio-177 vipivotide tetraxetan (17,2%).
I pazienti hanno ricevuto pasritamig tramite somministrazione sottocutanea (SC) o endovenosa (IV), somministrata settimanalmente o ogni sei settimane, utilizzando vari schemi di dosaggio progressivo per minimizzare gli effetti collaterali. È stata richiesta una premedicazione con desametasone per gestire le dosi iniziali. L’obiettivo primario era valutare la sicurezza e determinare la dose raccomandata per la fase 2 (RP2D), con obiettivi secondari che valutavano l’efficacia preliminare.
I risultati sulla sicurezza sono incoraggianti. Non si sono verificati decessi correlati a pasritamig e è stata segnalata una sola tossicità limitante la dose (un’elevazione transitoria di grado 3 degli enzimi epatici) a una dose di 50 mg SC. La maggior parte dei pazienti (82,2%) ha manifestato eventi avversi correlati al trattamento (TRAE), ma questi erano prevalentemente lievi o moderati (grado 1-2), con solo il 9,2% che ha manifestato TRAE di grado 3 o superiore.
I dati di efficacia sono altrettanto promettenti. Nella popolazione di efficacia RP2D (33 pazienti che hanno ricevuto 300 mg ogni 6 settimane IV), il 42,4% ha raggiunto una risposta PSA50 (un calo ≥50% dei livelli di antigene prostatico specifico), un indicatore chiave del controllo del tumore. La sopravvivenza mediana libera da progressione radiografica (rPFS) è stata di 6,77 mesi, con il 39,4% dei pazienti ancora in corso. Tra gli 85 pazienti con malattia misurabile, il tasso di risposta oggettiva (ORR) è stato del 16,1% per quelli con metastasi linfonodali e/o ossee e del 3,7% per quelli con malattia viscerale, con una durata mediana della risposta di 11,27 mesi.
Il successo di Pasritamig convalida KLK2 come nuovo bersaglio per il reindirizzamento delle cellule T nel mCRPC, rispondendo a un’esigenza insoddisfatta di immunoterapie mirate.
Con studi di fase 3 pianificati, pasritamig potrebbe aumentare il numero di trattamenti per mCRPC offrendo un’opzione sicura, efficace e guidata immunologicamente.
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