Come i modelli alimentari influenzano gli esiti del cancro alla prostata: una revisione globale
Una nuova revisione appena pubblicata su European Urology offre nuove evidenze su come l’alimentazione maschile possa influenzare il rischio di sviluppare il cancro alla prostata e la probabilità di sopravvivenza. Un team internazionale di ricercatori ha analizzato i risultati di 49 studi di coorte e 14 studi clinici randomizzati, valutando i modelli dietetici complessivi – più che i singoli nutrienti – in relazione al rischio, alla progressione e alla mortalità del cancro alla prostata.
La conclusione principale: diete ricche di alimenti vegetali, in stile mediterraneo e con basso potenziale infiammatorio sono state costantemente associate a esiti più favorevoli negli uomini. Gli studiosi hanno osservato che chi seguiva regimi alimentari abbondanti in verdura, frutta, cereali integrali, proteine salutari e grassi “buoni”, limitando cibi processati o zuccherati e carne rossa, presentava un rischio ridotto di forme aggressive di cancro alla prostata e di morte per la malattia. Dopo la diagnosi, questo tipo di alimentazione sembrava anche rallentare la progressione del tumore. Al contrario, chi seguiva uno schema dietetico di tipo occidentale – ricco di carni processate, cereali raffinati e zuccheri aggiunti – mostrava una maggiore probabilità di sviluppare forme aggressive e di morire per cancro alla prostata. In particolare, le prove sul ruolo della dieta nel rallentare la progressione e ridurre la mortalità specifica per cancro dopo la diagnosi risultavano ancora più solide rispetto al suo effetto preventivo, pur con segnali positivi anche in quest’ultimo ambito.
La revisione ha inoltre considerato studi basati su diversi interventi dietetici, inclusi regimi ad alto contenuto di fibre, arricchiti con soia, integrati con olio di pesce, a base vegetale, vegani o a basso contenuto di carboidrati. Alcuni hanno mostrato effetti promettenti su PSA o altri biomarcatori tumorali, ma i risultati sono rimasti disomogenei, anche a causa di follow-up brevi e scarsa aderenza.
Interessante notare che la dieta mediterranea ha fornito poche evidenze coerenti a sostegno della prevenzione primaria del cancro alla prostata, ma è risultata associata a un rallentamento della progressione della malattia e a una migliore sopravvivenza dopo la diagnosi. Ciò suggerisce che i benefici derivino più dalla capacità di contenere l’avanzamento del tumore che da un effetto preventivo diretto. Gli autori auspicano ulteriori studi di lungo periodo e standardizzati e raccomandano “strategie integrate” per aiutare gli uomini a mantenere abitudini alimentari sane, superando ostacoli pratici come costi e accessibilità.
| Modello alimentare | Effetto su rischio/progressione del cancro alla prostata | Forza delle evidenze | Note/limitazioni |
|---|---|---|---|
| A base vegetale | Riduzione di progressione, mortalità e alcuni rischi | Forte per la progressione | Effetto preventivo meno solido |
| Mediterranea | Riduzione di progressione e mortalità | Moderata/forte | Limitata efficacia preventiva |
| Occidentale/infiammatoria | Maggiore rischio di forme aggressive e mortalità | Coerente | Associata a cibi proinfiammatori |
| A basso contenuto di carboidrati | Evidenze non chiare, servono ulteriori studi | Limitate/miste | Pochi studi, scarsa aderenza |
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