OST-504: una nuova immunoterapia mirata al carcinoma prostatico
Uno studio di fase 1b che ha valutato l’immunoterapia sperimentale denominata OST-504 per il carcinoma prostatico in recidiva biochimica ha completato la visita dell’ultimo paziente, con risultati attesi entro la fine del 2025. Lo studio in aperto ha arruolato sette uomini con recidiva della malattia dopo prostatectomia radicale o radioterapia, non in trattamento con deprivazione androgenica al momento dell’arruolamento. La terapia è stata somministrata per via endovenosa ogni quattro settimane per sei dosi, seguite da quattro infusioni di mantenimento ogni dodici settimane. Tra gli endpoint prestabiliti figuravano sicurezza, cinetica del PSA e attività immunologica.
OST-504, precedentemente indicato come ADXS-504, è un costrutto basato su Listeria monocytogenes attenuata e viva che veicola una forma troncata della listeriolisina O fusa con 24 antigeni associati al carcinoma prostatico, comprendenti bersagli comunemente espressi e “hotspot” mutazionali selezionati per ampliare la copertura dei pazienti.
La piattaforma è progettata per indurre risposte specifiche dei linfociti T e modulare il microambiente tumorale riducendo le cellule T regolatorie e le cellule mieloidi soppressorie, un approccio supportato da dati preclinici e da prime esperienze cliniche con vettori Listeria simili nel carcinoma prostatico.
In sintesi: quando questa terapia viene introdotta nell’organismo, il sistema immunitario riconosce il vettore batterico e le proteine tumorali collegate, addestrando i linfociti T a identificare e attaccare selettivamente le cellule del carcinoma prostatico. Il trattamento contribuisce anche a ridurre cellule immunitarie che normalmente proteggono il tumore, rafforzando così la risposta immunitaria. La distruzione delle cellule neoplastiche espone nuovi bersagli, attivando ulteriormente il sistema immunitario in un ciclo che può contribuire al controllo della malattia nel tempo.
Lo studio ha coinvolto uomini con recidiva biochimica, una popolazione per la quale il momento e l’intensità ottimali della terapia sistemica restano oggetto di indagine, soprattutto considerando le tossicità associate alla deprivazione androgenica. I ricercatori hanno segnalato un forte interesse da parte dei centri clinici a estendere l’accesso al trattamento, ma non sono state rilasciate conclusioni sull’efficacia in attesa dell’analisi formale. I dati della coorte completata saranno resi noti nel quarto trimestre del 2025 e potranno chiarire sicurezza, immunogenicità, andamento del PSA e tempo alla progressione, parametri rilevanti per gli sviluppi successivi.
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