Il sottotipo PAM50 identifica i pazienti con cancro alla prostata più propensi a beneficiare dell’apalutamide

Il trial di fase II BALANCE, presentato durante il 67° congresso annuale della American Society for Radiation Oncology (ASTRO), ha valutato se la sottotipizzazione genomica potesse identificare i pazienti con cancro alla prostata recidivante dopo prostatectomia che trarrebbero beneficio dall’aggiunta di apalutamide alla radioterapia di salvataggio. Lo studio ha utilizzato il test PAM50, uno strumento di analisi dell’espressione genica originariamente sviluppato per il cancro al seno e successivamente adattato al cancro alla prostata, per classificare i tumori in sottotipi molecolari. L’attenzione si è concentrata sul sottotipo luminal B, ipotizzato come più reattivo alla terapia ormonale.

Un totale di 295 pazienti è stato arruolato nello studio, tutti con livelli di PSA in aumento compresi tra 0,1 e 1,0 ng/mL dopo prostatectomia, ma senza evidenza di metastasi linfonodali o a distanza. I pazienti sono stati randomizzati per ricevere radioterapia di salvataggio combinata con placebo o con apalutamide alla dose di 240 mg al giorno per sei mesi. La randomizzazione è stata stratificata in base al sottotipo PAM50, luminal B o non–luminal B.

I risultati hanno mostrato una differenza significativa basata sul sottotipo molecolare. Tra il 43% dei pazienti con tumori luminal B, l’aggiunta di apalutamide ha portato a un netto miglioramento degli esiti clinici. La sopravvivenza libera da progressione biochimica a cinque anni è stata del 72,4% con apalutamide rispetto al 53,9% con placebo. La sopravvivenza libera da metastasi a cinque anni è stata del 94,7% con apalutamide rispetto all’81,8% con placebo. Al contrario, i pazienti con tumori non–luminal B non hanno mostrato un chiaro beneficio dall’apalutamide. In questo gruppo, la sopravvivenza libera da progressione biochimica è stata del 70,2% con apalutamide e del 71,1% con placebo, mentre la sopravvivenza libera da metastasi è stata rispettivamente dell’89,9% e dell’89,3%.

I ricercatori hanno concluso che la sottotipizzazione PAM50 può aiutare a identificare i pazienti con cancro alla prostata recidivante più propensi a beneficiare dell’aggiunta della terapia ormonale alla radioterapia di salvataggio.

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