Studio Clinico di Fase 1/2: 177Lu-FAP-2286 nei Tumori Solidi Avanzati (LuMIERE)

Un nuovo composto, 177Lu-FAP-2286, sta emergendo come una potenziale nuova terapia radioliganda. Questa terapia radioliganda a base di peptidi mira alla proteina di attivazione dei fibroblasti (FAP), una proteina che si trova in abbondanza sui fibroblasti associati al cancro (CAF) all’interno del microambiente tumorale di molti tumori, compresi i tumori prostatici avanzati. A differenza della maggior parte delle terapie che si concentrano esclusivamente sulle cellule tumorali, questo approccio attacca anche le cellule stromali di supporto che aiutano i tumori della prostata a crescere, invadere e diffondersi, offrendo una prospettiva unica per affrontare la malattia.
Il modo in cui 177Lu FAP 2286 agisce è sia preciso che potente. Utilizza un peptide che cerca la FAP, legandosi strettamente ad essa e garantendo effetti collaterali minimi. A questo peptide è attaccato il lutezio-177, un isotopo radioattivo che emette particelle beta. Queste particelle viaggiano solo per pochi millimetri, erogando una dose concentrata di radiazioni ai CAF che esprimono FAP e alle cellule tumorali della prostata vicine. Questo “effetto incrociato” significa che la radiazione può colpire sia le cellule di supporto che il tumore stesso, potenzialmente riducendo i tumori della prostata o rallentandone la crescita. Studi preclinici, come quelli che utilizzano modelli cellulari che esprimono FAP, hanno dimostrato che una singola dose può ridurre significativamente le dimensioni del tumore, suggerendo il suo potenziale per i pazienti con cancro alla prostata.

Lo studio LuMIERE in corso, uno studio clinico di Fase 1/2, sta testando questa terapia in pazienti con tumori solidi che esprimono FAP, incluso il cancro alla prostata. I pazienti vengono prima sottoposti a screening con scansioni PET/CT con 68Ga FAP 2286 per confermare l’espressione di FAP nei loro tumori, garantendo che la terapia sia adattata a coloro che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio. Per i pazienti con cancro alla prostata, questo è fondamentale perché non tutti i tumori esprimono alti livelli di FAP, ma quelli che lo fanno — in particolare i casi aggressivi o metastatici — potrebbero vedere vantaggi significativi.
I dati preliminari dello studio, condivisi al Congresso dell’Associazione Europea di Medicina Nucleare del 2022, hanno mostrato che i pazienti con tumori avanzati hanno tollerato bene la terapia, con effetti collaterali per lo più lievi come affaticamento o nausea (grado 1 o 2). Un paziente con un tumore raro ha ottenuto una risposta parziale, senza crescita tumorale per oltre un anno dopo sei dosi di 3,7 GBq, e un altro con cancro alla cistifellea ha avuto una malattia stabile dopo quattro cicli. Sebbene i risultati specifici per il cancro alla prostata stiano ancora emergendo, questi risultati suggeriscono che 177Lu-FAP-2286 potrebbe offrire benefici simili, stabilizzando o riducendo potenzialmente il carico tumorale negli uomini con cancro alla prostata FAP-positivo.

Gli studi di dosimetria evidenziano ulteriormente perché questa terapia potrebbe essere adatta per il cancro alla prostata metastatico. La radiazione da 177Lu-FAP-2286 persiste nei siti tumorali, con le metastasi ossee che assorbono una media di 3,0 Gy/GBq, il che è particolarmente rilevante per il cancro alla prostata, dove le metastasi ossee sono comuni. I reni e il midollo osseo, organi critici per i pazienti più anziani, ricevono dosi molto più basse (rispettivamente 1,0 Gy/GBq e 0,05 Gy/GBq), riducendo il rischio di danni a lungo termine. Questa somministrazione mirata potrebbe significare un controllo efficace del tumore senza i duri effetti collaterali che spesso gravano sui pazienti con cancro alla prostata.

Fonte.

Studio clinico.

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