Ridefinire la Cura del Cancro alla Prostata: lo Studio LIBERTAS

Il trattamento del cancro alla prostata ha a lungo dato la priorità alla sopravvivenza rispetto alla qualità della vita, lasciando i pazienti con cancro alla prostata metastatico ormono-sensibile (mHSPC) a sopportare effetti collaterali debilitanti da terapie a vita come la terapia di deprivazione androgenica (ADT). Lo studio clinico LIBERTAS sta sfidando questo paradigma testando se la de-escalation del trattamento nei pazienti responsivi possa trovare un migliore equilibrio tra efficacia e benessere.

LIBERTAS (Fase III) si concentra sui pazienti che raggiungono livelli di PSA non rilevabili (<0,2 ng/mL) dopo sei mesi di ADT combinata con apalutamide, un inibitore del recettore degli androgeni. Questi pazienti vengono quindi randomizzati in due gruppi:

Cura standard: ADT continua + apalutamide.

De-escalation: Apalutamide da sola + ADT intermittente.

L’obiettivo? Determinare se la riduzione dell’uso di ADT, pur mantenendo l’apalutamide, preservi i benefici di sopravvivenza alleviando al contempo effetti collaterali come vampate di calore, affaticamento e disfunzione sessuale.

I medici spesso sospendono o aggiustano informalmente l’ADT per la tossicità, ma nessun dato solido supporta questa pratica. LIBERTAS mira a fornire la prima prova di alta qualità per il trattamento personalizzato nel mHSPC.
Gli effetti collaterali dell’ADT possono compromettere significativamente la vita quotidiana. Dando la priorità alla riduzione delle vampate di calore come endpoint co-primario, lo studio riconosce che la sopravvivenza non è l’unica metrica di successo.

Il tasso di PSA non rilevabile del 71% dello studio dopo sei mesi, superando di gran lunga i benchmark storici, evidenzia la potenza di apalutamide e convalida il PSA come strumento per personalizzare la terapia.

Ma dobbiamo ancora attendere i risultati sull’efficacia dell’ADT intermittente in questa popolazione.

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