Studio Clinico di Fase 1: lo Studio PHAROS Indaga su un Nuovo Inibitore di ACK1
Un nuovo studio chiamato studio PHAROS sta esplorando un farmaco noto come (R)-9bMS per gli uomini con cancro alla prostata avanzato che ha smesso di rispondere ai comuni trattamenti ormonali. Lo studio si concentra specificamente sui pazienti con cancro alla prostata resistente alla castrazione (CRPC) che hanno già provato opzioni come enzalutamide o abiraterone senza successo.
Le cellule del cancro alla prostata usano spesso una proteina chiamata ACK1 per crescere e diventare più aggressive. (R)-9bMS è progettato per bloccare l’attività di ACK1 e studi di laboratorio suggeriscono che ciò potrebbe aiutare a rallentare o addirittura arrestare la progressione del tumore. I ricercatori hanno notato che (R)-9bMS potrebbe abbassare i livelli di proteine, inclusa l’AR-V7, che rendono il cancro alla prostata resistente ai farmaci attuali. I primi studi in provetta e su animali hanno anche suggerito che il farmaco può rendere le cellule tumorali più sensibili alle terapie standard.
Lo studio PHAROS è nella sua fase iniziale, arruolando fino a trenta pazienti in una singola clinica. Poiché si tratta di uno studio in fase iniziale, le domande principali sono se (R)-9bMS sia sicuro, quali effetti collaterali potrebbero insorgere e quanto bene i pazienti tollerino il farmaco. Sebbene verranno testate dosi diverse, ogni partecipante riceverà il farmaco per via orale su base giornaliera. Oltre alla sicurezza, i ricercatori cercheranno i primi segnali che (R)-9bMS possa ridurre i tumori o rallentare la progressione della malattia. Raccoglieranno anche dati per vedere se il farmaco influisce in modo utile sulla risposta immunitaria del corpo.
Se i risultati mostreranno che (R)-9bMS è sia sicuro che efficace, potrebbe rappresentare un nuovo percorso terapeutico per gli uomini che hanno esaurito le buone opzioni. Potrebbe anche aprire la porta alla combinazione di questo inibitore di ACK1 con altri trattamenti emergenti per il cancro alla prostata, specialmente se può aiutare a risensibilizzare la malattia a farmaci che avevano smesso di funzionare.
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