Complessi Dinucleari di Platino(II): Una Nuova Chemioterapia Promettente per il Trattamento del Cancro alla Prostata

Un recente studio pubblicato su Inorganic Chemistry ha esplorato il potenziale dei complessi dinucleari di platino(II) a ponte azolato nel trattamento del cancro alla prostata.

Il team di ricerca, guidato dal Professore Associato Yoshihisa Hirota e dal Professore Seiji Komeda, si è concentrato su un complesso chiamato 5-H-Y ({ cis -Pt(NH3)2}2(μ-OH)(μ-tetrazolato- N2 , N3 )2) come potenziale alternativa al cisplatino. Questi complessi sono caratterizzati dalla loro solubilità in acqua e da promettenti effetti antiproliferativi contro le linee cellulari di cancro alla prostata, con una tossicità minima rispetto ai tradizionali farmaci a base di platino.

Secondo il Dr. Hirota, il primo farmaco a base di platino, il cisplatino, ha un potente effetto sul cancro legandosi al DNA nucleare; tuttavia, colpisce anche le cellule normali e causa gravi effetti collaterali. Lo studio ha scoperto che alcuni complessi a ponte azolato inibiscono la segnalazione dell’AR, che è cruciale per la proliferazione del cancro alla prostata, oltre all’effetto antitumorale avviato dal legame con il DNA.

Il team ha utilizzato diversi metodi per valutare la dinamica dell’AR e gli effetti terapeutici nelle cellule di cancro alla prostata LNCaP, tra cui la vitalità cellulare, l’espressione genica e le analisi proteiche, e la colorazione in immunofluorescenza.

I risultati hanno mostrato che 5-H-Y ha esibito effetti citotossici significativamente più forti del cisplatino, con una bassa concentrazione inibitoria a metà del massimo per la proliferazione cellulare indotta dal diidrotestosterone (DHT). Inoltre, 5-H-Y ha soppresso efficacemente l’espressione di geni sensibili all’AR, come PSA e TMPRSS2, e ha indotto l’apoptosi nelle cellule che sovraesprimono l’AR. L’analisi in immunofluorescenza ha confermato che 5-H-Y ha promosso la frammentazione della cromatina, un segno distintivo dell’apoptosi, con maggiore efficacia a concentrazioni più elevate.

È importante sottolineare che 5-H-Y ha dimostrato una minore tossicità acuta in vivo rispetto ad altri complessi di platino, rendendolo un candidato promettente per ulteriori sviluppi. I complessi a ponte azolato hanno il potenziale per inibire efficacemente la progressione del cancro minimizzando gli effetti collaterali.

Nel complesso, lo studio suggerisce che i complessi dinucleari di platino(II) potrebbero offrire un approccio più mirato al trattamento del cancro alla prostata inibendo la crescita e la sopravvivenza cellulare mediate dall’AR.

Fonte.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento