Benefici delle Diete Mima-Digiuno: Alto Contenuto Proteico vs. Basso Contenuto Proteico
Uno studio recente pubblicato su Clinical Nutrition getta nuova luce sugli impatti fisiologici delle Diete Mima-Digiuno (FMD), rivelando che, sebbene entrambe le versioni a basso contenuto proteico e ad alto contenuto proteico offrano significativi vantaggi per la salute, i loro benefici specifici possono differire notevolmente. Questo studio randomizzato controllato ha esplorato gli effetti di una FMD a base vegetale di 7 giorni con una composizione a basso contenuto proteico/alto contenuto di grassi (LP-FMD) o ad alto contenuto proteico/basso contenuto di grassi (HP-FMD) in esseri umani sani.
Entrambi gli approcci FMD hanno dimostrato notevoli benefici condivisi, rivelandosi efficaci nel promuovere la salute cardiometabolica e nell’avviare il cruciale processo di riciclo cellulare noto come autofagia.
Indipendentemente dai rapporti dei macronutrienti, i partecipanti a entrambe le FMD hanno sperimentato riduzioni simili del peso corporeo e della massa grassa totale, sottolineando che la restrizione calorica è un fattore primario per questi cambiamenti. Inoltre, sia la LP-FMD che la HP-FMD hanno portato a una diminuzione comparabile di circa il 10% nelle concentrazioni di glucosio plasmatico a digiuno e a una significativa riduzione del 35% dei livelli di IGF-1, un fattore di crescita chiave associato all’invecchiamento. Lo studio ha anche confermato che entrambe le diete hanno efficacemente indotto l’autofagia a livello molecolare, aumentando l’espressione di diversi geni coinvolti in questo meccanismo cellulare protettivo, come MAP1LC3A, GABARAPL1 e ZFPM1. Anche i livelli plasmatici di aminoacidi a catena ramificata (BCAA) hanno mostrato un aumento simile in entrambi i gruppi FMD, servendo potenzialmente come marcatore per l’attivazione dell’autofagia tissutale.
Tuttavia, la ricerca ha rivelato vantaggi distinti e unici per ciascuna composizione di macronutrienti.
La FMD ad alto contenuto proteico (HP-FMD) è emersa come particolarmente potente in diverse aree chiave. È stata l’unica dieta a ridurre significativamente la massa di grasso viscerale rispetto al gruppo di controllo, un beneficio cruciale data la forte associazione del grasso viscerale con il rischio metabolico. La HP-FMD ha anche fornito miglioramenti selettivi nella funzione cardiovascolare, in particolare migliorando la variabilità della frequenza cardiaca (RMSSD), una misura della salute del sistema nervoso autonomo. Inoltre, questa versione a più alto contenuto proteico ha significativamente ridotto i trigliceridi circolanti (TAG) e gli acidi grassi saturi totali (SFA), insieme ad altri acidi grassi come MFA e OFA, offrendo un profilo lipidico più favorevole. Forse più notevolmente, solo il gruppo HP-FMD ha sperimentato significativi aumenti nella diversità del microbioma intestinale, misurata dal numero di specie fecali e dall’indice di Shannon. La percentuale del phylum Firmicutes è anche aumentata nel gruppo HP-FMD rispetto alla LP-FMD. In termini di risposte molecolari, la HP-FMD ha unicamente aumentato l’espressione di ULK1, una chinasi che attiva l’autofagia, e ha mostrato una tendenza a diminuire il gene ATF6, correlato allo stress del reticolo endoplasmatico, una riduzione non osservata con la LP-FMD.
Al contrario, la FMD a basso contenuto proteico (LP-FMD) ha dimostrato i propri punti di forza specifici. Sebbene entrambe le FMD abbiano indotto la chetogenesi, l’aumento dei livelli sierici di idrossibutirrato (chetone) è stato notevolmente più elevato nel gruppo LP-FMD rispetto al gruppo HP-FMD, indicando un più pronunciato spostamento metabolico verso la produzione di chetoni. A livello molecolare, la LP-FMD ha mostrato una distinta sovraregolazione di specifici geni correlati all’autofagia, tra cui BNIP3 e una tendenza all’aumento dell’espressione di ATG4B, con una differenza significativa rispetto al gruppo HP-FMD. Inoltre, la LP-FMD ha mostrato una tendenza all’aumento dell’espressione di SIRT1, un gene anti-invecchiamento, una risposta non riscontrata con la HP-FMD. Ha anche portato a un aumento dell’espressione di FOXO1, mentre la HP-FMD ha mostrato una riduzione di questo gene, risultando in una differenza significativa tra i due gruppi FMD. Infine, la LP-FMD ha mostrato una maggiore risposta nell’espressione di GABPB1 rispetto al gruppo HP-FMD.
Questi risultati suggeriscono che, sebbene la restrizione calorica sia fondamentale per gli ampi benefici delle FMD, personalizzare la composizione dei macronutrienti può offrire vantaggi mirati per allinearsi a specifici obiettivi di salute e preferenze individuali, senza compromettere i benefici principali come l’induzione dell’autofagia. Studi futuri dovranno esplorare ulteriormente queste sfumature, potenzialmente variando il contenuto di grassi e carboidrati in modo indipendente per isolare con precisione il ruolo delle proteine negli esiti osservati.
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