Nutrizione e infiammazione: nuove ricerche rivelano cinque gruppi universali di pazienti in oncologia
Un importante nuovo studio pubblicato su Clinical Nutrition propone un potente metodo centrato sull’ospite per predire gli esiti nei pazienti oncologici, rivelando cinque gruppi (in statistica: cluster) universali di pazienti basati su una valutazione precoce e completa del loro stato nutrizionale e infiammatorio. Questo approccio innovativo offre preziose informazioni prognostiche indipendenti dall’origine specifica del tumore o dalla presenza di metastasi.
La ricerca nasce dal riconoscimento che, nonostante il loro impatto profondo sugli esiti clinici, condizioni come la cachessia associata al cancro e l’infiammazione sistemica sono spesso sottovalutate in oncologia.
La malnutrizione è molto diffusa tra i pazienti oncologici, interessando dal 30% all’80% degli individui, con variazioni legate allo stadio, alla sede tumorale e al trattamento. La cachessia correlata al cancro, una sindrome complessa e multifattoriale, è particolarmente preoccupante poiché porta a una continua deplezione della massa muscolare scheletrica ed è spesso irreversibile con il solo supporto nutrizionale standard.
Per affrontare questo problema, i ricercatori dell’Ospedale Universitario Cochin di Parigi, Francia, hanno condotto uno studio su 1370 pazienti oncologici ambulatoriali sottoposti a una valutazione sistematica pre-trattamento (PTA) tra il 2017 e il 2023. Questo programma, parte della cura di routine, prevedeva una valutazione multidisciplinare inclusi misurazioni antropometriche, dispendio energetico a riposo, apporto stimato di proteine e calorie e analisi biologiche dettagliate. Sebbene i dati siano stati raccolti prospetticamente come parte di questo programma, lo studio ha condotto analisi retrospettive su queste informazioni cliniche e biologiche raccolte di routine.
Utilizzando un’analisi avanzata di clustering non supervisionato su 53 parametri clinici e biologici, il team ha identificato sette componenti principali che riflettevano vari aspetti della salute dei pazienti, come infiammazione, malattie renali/vascolari e metabolismo.
Sulla base di questi componenti, sono emersi cinque distinti gruppi di pazienti:
- “Pazienti in forma”, pari al 47% della coorte, rappresentavano il gruppo con condizioni di base più sane.
- “Pazienti anziani con comorbidità”, pari al 26%, caratterizzati da età avanzata e più comorbidità, in particolare problemi cardiaci e vascolari.
- “Pazienti dismetabolici”, pari al 10%, mostravano squilibri nutrizionali e metabolici specifici, inclusa l’incapacità di soddisfare i fabbisogni proteici e calorici, spesso in sovrappeso, con perdita di peso inferiore al 5% e ridotta tolleranza al glucosio. Questi pazienti rientrano frequentemente nei criteri di pre-cachessia, una fase ad alto rischio di sviluppare cachessia conclamata.
- Un piccolo gruppo di “pazienti con danni digestivi/epatici” costituiva il 2% della coorte, con specifiche compromissioni gastrointestinali ed epatiche.
- Infine, i “pazienti gravemente compromessi/infiammati”, pari al 15% della coorte, mostravano caratteristiche come maggiore perdita di peso, livelli significativamente ridotti di albumina e pre-albumina, e marcato aumento dei marcatori infiammatori come la proteina C-reattiva. In questo gruppo l’infiammazione contribuiva profondamente alla sarcopenia e al catabolismo, spesso pur non soddisfacendo il criterio tradizionale del 5% di perdita di peso per la cachessia, mettendo così in discussione le attuali definizioni diagnostiche.
Fondamentalmente, questi cluster di pazienti di nuova identificazione hanno mostrato una forte e significativa associazione clinica con la sopravvivenza globale. I pazienti nei gruppi “gravemente compromessi/infiammati” e “dismetabolici” presentavano prognosi nettamente peggiori rispetto ai “pazienti in forma”.
Ad esempio, dopo aver considerato l’origine del tumore e lo stato metastatico, i pazienti del cluster “gravemente compromessi/infiammati” avevano un hazard ratio di morte quasi triplicato, mentre i “dismetabolici” un rischio aumentato di 1,7 volte. Questo sistema di classificazione si è dimostrato efficace quanto i punteggi prognostici standard nel predire la sopravvivenza globale a 5 anni, e ha addirittura migliorato significativamente la predizione se combinato con gli score esistenti.
Questi risultati sottolineano che lo stato nutrizionale e l’infiammazione sistemica sono determinanti cruciali, ma spesso sottovalutati, della prognosi nei pazienti oncologici. Inoltre, una gestione precoce di questi fattori può influenzare in modo significativo gli esiti clinici complessivi.
Sebbene la natura retrospettiva dello studio e l’eterogeneità della coorte rappresentino alcune limitazioni, queste rafforzano anche l’applicabilità universale dei cluster proposti in popolazioni oncologiche diverse. In definitiva, questa ricerca fornisce un solido quadro di riferimento per i clinici, permettendo di andare oltre le sole caratteristiche tumorali specifiche e integrare la risposta sistemica del paziente in strategie di cura del cancro più efficaci e personalizzate.
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