Follow-up del trial ARCHES mostrano un notevole prolungamento della sopravvivenza
Nel 2019, il trial ARCHES ha dimostrato che la combinazione di enzalutamide, un inibitore della via del recettore degli androgeni, con la terapia di deprivazione androgenica (ADT) ha ridotto il rischio di progressione del cancro alla prostata metastatico ormonosensibile (mHSPC) di oltre il 60%.
Pubblicati sul Journal of Clinical Oncology, questi risultati ottenuti da oltre 1.150 uomini in tutto il mondo hanno portato all’approvazione del regime da parte della FDA e della EMA. L’obiettivo del trial era la sopravvivenza libera da progressione radiografica, ovvero il tempo necessario affinché il cancro peggiori visibilmente alle scansioni.
Nel il 2021, dati aggiornati hanno rivelato una notizia ancora più significativa: il trattamento non solo ha ritardato la progressione ma ha aumentato la sopravvivenza complessiva di circa il 30%.
Arrivati al 2025, i dati di follow-up a cinque anni del trial ARCHES stanno nuovamente attirando l’attenzione. Con ogni paziente seguito per almeno cinque anni, lo studio conferma che enzalutamide più ADT prolunga la sopravvivenza del 30%, il che significa che il 13% in più di uomini è vivo al traguardo dei cinque anni rispetto a quelli trattati solo con ADT.Questo beneficio si riscontra in tutti i tipi di pazienti, indipendentemente dal volume del tumore, alto o basso, dall’età, dalla posizione geografica o dai trattamenti precedenti. I miglioramenti nella sopravvivenza variano dal 9% al 17%, ma il vero risultato significativo è per gli uomini con malattia ad alto volume, dove il cancro si è diffuso ampiamente.
La loro sopravvivenza mediana è passata da quattro a sette anni, tre anni in più da trascorrere con la famiglia, liberi dai sintomi più gravi e dalla necessità di trattamenti più aggressivi.
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