Studio spagnolo conferma il successo reale di Apalutamide nel cancro alla prostata
Uno studio real-world dalla Spagna ha fornito prove convincenti che apalutamide, nel trattamento del cancro alla prostata, sta mantenendo le promesse degli studi clinici, offrendo nuova speranza a migliaia di uomini che combattono contro la malattia. La ricerca, condotta presso l’Hospital Universitario Central de Asturias e pubblicata a settembre 2025, ha seguito 89 pazienti con cancro alla prostata metastatico sensibile agli ormoni che hanno ricevuto apalutamide.
I ricercatori hanno scoperto che quasi due terzi dei pazienti hanno ottenuto cali profondi dei livelli di PSA già entro tre mesi dall’inizio del trattamento, con il 65% che ha raggiunto livelli ultra-bassi indicativi di un eccezionale controllo della malattia. Ancora più notevole, dopo sei mesi, il 71% dei pazienti aveva raggiunto livelli di PSA inferiori a 0,2 ng/ml, mentre un impressionante 53% ha raggiunto livelli ultra-bassi di PSA inferiori a 0,02 ng/ml – una soglia che, secondo ricerche emergenti, predice esiti a lungo termine eccezionali. Questi risultati rispecchiano da vicino quelli osservati nei principali studi clinici, confermando che i benefici del trattamento si traducono efficacemente dal contesto controllato della ricerca alla pratica clinica quotidiana.
L’uso nello studio della tecnologia avanzata di imaging PET-PSMA ha garantito una precisione senza precedenti nel monitoraggio della progressione della malattia, rivelando che il 94% dei pazienti è rimasto libero da diffusione rilevabile del cancro a 12 mesi quando è stato utilizzato questo metodo di scansione.
Forse altrettanto importante per i pazienti di fronte a questa diagnosi, la ricerca spagnola ha documentato che la qualità della vita è rimasta stabile durante tutto il trattamento, con sintomi legati al cancro che in realtà sono migliorati nel tempo. La proporzione di pazienti che riportavano dolore significativo è scesa dal 35% al 22% in sei mesi, mentre le misurazioni standardizzate della qualità della vita non hanno mostrato alcun declino durante il periodo dello studio.
I risultati acquistano ulteriore rilevanza se confrontati con i vasti dati real-world internazionali emersi negli ultimi due anni. Il più grande studio europeo, che ha coinvolto 242 pazienti in diversi centri, ha dimostrato che il 96% ha ottenuto significative riduzioni del PSA entro 12 mesi, con l’82% che ha raggiunto cali drastici del 90% del PSA. Nel frattempo, un importante studio comparativo statunitense che ha coinvolto quasi 4.000 pazienti ha mostrato una riduzione della mortalità del 23% con apalutamide, traducendosi in un tasso di sopravvivenza dell’85,4% a 24 mesi.
L’attenzione dello studio spagnolo sul raggiungimento di livelli ultra-bassi di PSA si allinea con la comprensione clinica emergente secondo cui i pazienti che raggiungono questi livelli di risposta profonda sperimentano miglioramenti significativi negli esiti a lungo termine.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!