Piattaforma AI Mira A Rivoluzionare L’Immunoterapia Del Cancro

Una nuova piattaforma AI sviluppata da ricercatori della Technical University of Denmark e del Scripps Research Institute ha accelerato drasticamente la progettazione di molecole proteiche specializzate chiamate “minibinders” per potenziare l’immunoterapia del cancro. Normalmente, le cellule T riconoscono le cellule tumorali rilevando frammenti proteici (peptidi) presentati sulla loro superficie da molecole note come pMHC, ma sfruttare questo meccanismo naturale per il trattamento è stato lento e difficile a causa della variabilità dei recettori delle cellule T.

Questo sistema AI genera rapidamente minibinders, proteine personalizzate che guidano precisamente le cellule T di un paziente a riconoscere e uccidere le cellule tumorali mirando a queste molecole pMHC. Sorprendentemente, la piattaforma può progettare minibinders efficaci in sole 4-6 settimane, un processo che tradizionalmente richiede anni. Test di laboratorio hanno mostrato che i minibinders progettati contro un noto bersaglio tumorale, NY-ESO-1, hanno creato cellule immunitarie ingegnerizzate chiamate IMPAC-T che hanno eliminato efficientemente le cellule tumorali. La piattaforma ha anche creato con successo minibinders mirati a marcatori tumorali unici da singoli pazienti, dimostrando la sua capacità di adattare i trattamenti a profili tumorali specifici.

Un’innovazione vitale di questa piattaforma è il “controllo di sicurezza virtuale” integrato, in cui l’AI esamina i minibinders per potenziali reazioni crociate dannose con cellule sane prima degli esperimenti di laboratorio, riducendo significativamente i rischi e migliorando la sicurezza del trattamento. Questo filtraggio virtuale aumenta la precisione riducendo gli effetti collaterali tipicamente associati alle immunoterapie.

Il percorso clinico previsto è simile alle attuali terapie CAR-T: i pazienti si sottopongono a un prelievo di sangue standard, le loro cellule immunitarie vengono isolate e geneticamente modificate con minibinders progettati dall’AI, poi reinfuse per cercare e distruggere le cellule tumorali con alta specificità. I ricercatori prevedono che questo approccio possa entrare in studi clinici umani entro circa cinque anni, abbreviando così significativamente i tempi dalla scoperta al trattamento del paziente.

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