Svolta Nell’Immunoterapia Del Cancro: La Generazione In Situ Di Cellule CAR-T Offre Speranza Per Il Linfoma E Oltre
Uno studio rivoluzionario guidato da Stanford Medicine, pubblicato su Cancer Immunology Research, ha introdotto un approccio rivoluzionario per generare cellule T con recettore chimerico dell’antigene (CAR) direttamente all’interno del corpo, offrendo una nuova promettente via per il trattamento del cancro.
Questo metodo “in situ”, che utilizza mRNA consegnato tramite nanoparticelle lipidiche (LNP), ha trattato con successo il linfoma a cellule B nei topi e ha un potenziale per applicazioni più ampie, inclusi tumori solidi come il cancro alla prostata. La ricerca si basa sul successo della tecnologia mRNA-LNP, ampiamente nota dai vaccini COVID-19, e potrebbe trasformare l’immunoterapia rendendola meno invasiva e più scalabile. Lo studio si è concentrato su esperimenti preclinici in topi con linfoma a cellule B, un tipo di cancro del sangue.
I ricercatori hanno iniettato LNP contenenti mRNA che codifica un CAR che mira a CD19, una proteina sulle cellule del linfoma. Le LNP sono state ingegnerizzate con una proteina per mirare specificamente alle cellule T, garantendo una consegna precisa. L’approccio ha generato circa 3 milioni di cellule CAR-T per topo, paragonabili ai 2–10 milioni di cellule utilizzate nella terapia CAR-T umana convenzionale, che comporta l’estrazione, la modifica e la reinfusione delle cellule T. Utilizzando l’imaging non invasivo di bioluminescenza, il team ha tracciato le cellule CAR-T, confermando la loro proliferazione, il targeting accurato del tumore e la capacità di distruggere i tumori del linfoma. I risultati hanno rispecchiato quelli della terapia CAR-T tradizionale, con i topi trattati che mostravano una regressione significativa del tumore e una sopravvivenza prolungata. Le LNP hanno mirato principalmente alle cellule T con effetti off-target minimi, e non è stata osservata alcuna tossicità significativa, indicando la sicurezza del metodo.
Mentre gli esperimenti si sono concentrati sul linfoma a cellule B, i ricercatori hanno evidenziato la versatilità della piattaforma mRNA-LNP, suggerendo che potrebbe essere adattata per altri tumori, inclusi tumori solidi come il cancro alla prostata, che sono stati sfidanti per la terapia CAR-T a causa dei microambienti tumorali immunosoppressivi e della difficoltà di identificare antigeni adatti. Modificando l’mRNA per codificare CAR che mirano ad antigeni come PSMA (antigene di membrana specifico della prostata) per il cancro alla prostata, il metodo in situ potrebbe essere adattato per attaccare tumori solidi. La capacità dell’approccio di generare cellule CAR-T direttamente nel corpo potrebbe consentire dosaggi ripetuti o il targeting sequenziale di più antigeni, superando potenzialmente l’eterogeneità dei tumori solidi. Sebbene lo studio non abbia testato tumori solidi, il suo successo nel linfoma fornisce una base per future ricerche su tumori come prostata, polmone, mammella e pancreas. La semplicità del metodo potrebbe anche ridurre i costi e le barriere logistiche, rendendo la terapia CAR-T più accessibile per i pazienti con cancro alla prostata avanzato, dove trattamenti come la chirurgia o la terapia ormonale spesso non sono sufficienti.
I ricercatori pianificano di perfezionare il metodo e testarlo in modelli animali più grandi, un passo critico verso gli studi sull’uomo. Per i tumori solidi, esperimenti futuri dovranno validare i bersagli antigenici, superare le barriere del microambiente tumorale e ottimizzare la consegna delle LNP ai siti tumorali, combinando potenzialmente CAR-T in situ con altre immunoterapie come gli inibitori dei checkpoint.
Questo studio segna un passo significativo nell’immunoterapia, dimostrando che la generazione in situ di cellule CAR-T è sia fattibile che efficace in modelli preclinici.
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