Studio TALAPRO-2: l’Analisi Finale della OS Conferma l’Efficacia di Talazoparib + Enzalutamide nel mCRPC

Lo studio clinico di Fase 3 TALAPRO-2 mostra che la combinazione dell’inibitore di PARP talazoparib con la terapia ormonale standard enzalutamide migliora significativamente la sopravvivenza negli uomini con cancro alla prostata metastatico resistente alla castrazione (mCRPC), una forma della malattia che non risponde più alla terapia ormonale tradizionale e si è diffusa in altre parti del corpo.

TALAPRO-2 ha arruolato uomini con mCRPC che non avevano ancora ricevuto alcun trattamento che prolungasse la vita per questo stadio avanzato del cancro. In un disegno lungimirante, lo studio ha incluso una popolazione “all-comers”, il che significa che i pazienti erano idonei indipendentemente dal fatto che i loro tumori avessero mutazioni nei geni di riparazione per ricombinazione omologa (HRR), come BRCA1, BRCA2 o ATM. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere talazoparib in combinazione con enzalutamide o un placebo con enzalutamide. L’obiettivo primario era determinare per quanto tempo i pazienti vivevano senza che il loro cancro peggiorasse, e i risultati precedenti avevano già mostrato che la combinazione ritardava significativamente la progressione della malattia. I dati appena rilasciati ora confermano che la combinazione aiuta anche i pazienti a vivere più a lungo in generale.

Con un follow-up mediano di oltre 52 mesi, i ricercatori hanno scoperto che i pazienti trattati con talazoparib ed enzalutamide avevano una sopravvivenza globale mediana di 45,8 mesi, rispetto ai 37,0 mesi di quelli trattati con enzalutamide e placebo. Questa differenza, che ha raggiunto la soglia rigorosa per la significatività statistica (P=0,0155), riflette una riduzione di circa il 20 percento del rischio di morte per i pazienti che ricevono la terapia di combinazione. Lo studio ha anche confermato un beneficio continuo nel ritardare la progressione della malattia, con una sopravvivenza mediana libera da progressione radiografica di 33,1 mesi nel gruppo talazoparib contro i 19,5 mesi nel gruppo di controllo.

Sebbene il vantaggio di sopravvivenza sia stato osservato nella popolazione complessiva, il beneficio è stato ancora più pronunciato negli uomini i cui tumori presentavano mutazioni nei geni HRR. In questo sottogruppo, l’hazard ratio per la sopravvivenza globale era di 0,549, suggerendo un rischio di morte inferiore di quasi il 50 percento rispetto al solo enzalutamide. Analisi esplorative hanno indicato che anche gli uomini senza alterazioni HRR o BRCA1/2 potrebbero trarre beneficio, sebbene i risultati in questi gruppi più piccoli fossero più variabili.

Nessuna nuova preoccupazione per la sicurezza è emersa con un follow-up più lungo. Gli effetti collaterali gravi più comuni osservati con la terapia di combinazione sono stati l’anemia, che ha colpito il 49% dei pazienti, e la neutropenia, che si è verificata nel 19%. Sebbene circa il 22% dei pazienti abbia interrotto il talazoparib a causa di effetti collaterali, il profilo di sicurezza complessivo è rimasto coerente con i risultati precedenti ed è stato considerato gestibile.

I risultati finali dello studio TALAPRO-2 rappresentano un significativo passo avanti nel trattamento del cancro alla prostata avanzato.

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